Archivi categoria: Poeticamente

@5 PoeticaMente: Il tempo per noi e non per altri

15 febbraio 2013  

 

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Eva D. Cowdery (American, 20th century) “Girl Reading” on Boston Art Club label, signed Eva D. Cowdery l.r., preso da QUI

Questo era un gesto rivoluzionario.

Tempo per sé e non per altri.
Tempo pieno e vissuto.

Il dipinto offre il rosso capello e roseo labbro in unico triangolo della bianca pagina con volto di intensa concentrazione e di meravigliosa contemplazione.

Dove la contemplazione è armonica unione già indivisa dell’affermazione verde speranza di sé.

Non si aspettano giudizi da altrui sguardi e neanche missive di severi giudizi.

Io sono per me nella lettura di questa aurea d’invitta libertà.

@4 PoeticaMente: La rivoluzione Funk

6 febbraio 2013 

UNA RIVOLUZIONE ebbe luogo nella black music proprio nello stesso periodo in cui i movimenti sociali degli anni Sessanta andarono a porsi al centro dell’attenzione negli USA e nel mondo. Con il soul e il jazz, ma qualcosa di altro apparve: un nuovo Groove. Il padrino del soul, lui stesso andò oltre il suo campo originario: “Papa’s Got A Brand New Bag”, del 1965. Spostò l’accento ritmico sulla prima e sulla terza battuta della misura, anziché sulla seconda e sulla quarta. E prese così il gospel e il jazz e sfidò tutte le regole. La chitarra che salta e il giro di basso: “fuori tempo” e urla a squarciagola.

QUESTA CANZONE è IL PROTOTIPO DEL BRANO FUNK. E qui iniziò il genere tutt’oggi saccheggiato ovunque: dalla pubblicità, al 90 % di tutto quello che sentiamo per strada, negli autobus, nella metropolitana, nelle musichette di entrata dei negozi. QUI è L’INIZIO DEL NOSTRO ORECCHIO INTERNO DI NOI OCCIDENTALI. QUI è IL SOTTOFONDO DELLA NOSTRA ESTETICA INCONSCIA: DAI 45 ANNI IN Giù.

IL CORPO, IL MOVIMENTO DEL BACINO, IL SOTTOFONDO DI NOI STESSI CHE FINALMENTE DOPO SECOLI, EMERGE IN TUTTI I COLORI DELLA PELLE DELLE GENTI.

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James Brown preso da QUI

“[…] Come here sister…..Papa’s in the swing
He ain’t too hip…about that new breed babe
He ain’t no drag
Papa’s got a brand new bag [..]”

Per ascoltare il brano Papa’s Got a Brand New Bag (Olympia 1967) vai QUI

@3 PoeticaMente: Donna alla finestra

30 gennaio 2013 

 

Cosa guarda questa donna?

Sembra mirare le strade.

 

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Gustave Caillebotte, Donna alla finestra (1880) preso da QUI

 
Sì le strade del proprio passato e di tante manifestazioni dell’io e di raccolta sicura di ciò che è dietro le spalle, con una visione calma e statica di supporto all’arredamento interno.

Una vista panoramica di tutte le manifestazioni di ciò che si è stati e il problema di quello che potrebbero essere ancora, di tanti volti che dovranno assumere e che lì ora sono fermi e in attesa di una risposta da loro stessi e dall’ambiente stesso che però sembra indifferente, o in attesa di un nostro cenno.

Nostro cenno di spettatori.

 

@2 PoeticaMente: Reti del reale

23 gennaio 2013 

Lino Milita

I desideri dei mondi possibili
relegati nell’aliena inconsistenza,
son soppesati come una senescenza
che s’attarda nelle fole insolubili.

Pigre sintesi giudicano le astratte azioni,
infantili albe delle fiabe fatate,
annunciate dalle farfalle eccitate
nel dipingere libere e aeree aspirazioni.

Ma ogni assonante ritmo d’ali rievocato
in mutevoli aperture dei risvegli,
è specchio di ogni petalo illuminato.

E ogni incontro nell’universale meraviglia
nella celebrazione d’un altro apparire
accudisce una nuova e più intensa veglia.

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Per il video Di Ryan McGinley’s Beatiful Rebels premere QUI

The Celebrated Artist Reveals the Unexpected Magic of Shooting his Butterfly Film For Edun

@1 PoeticaMente: Scrivere poesie

14 gennaio 2013

Come si fa a scrivere una poesia? Sia essa di ottimo stile, pacchiana, stupida, manifestamente sciatta, originale?

Anche se si ha l’erudizione di versificazione, retorica e stilistica, può apparire il blocco. Se si pensa ad un compito, alla pubblicazione, all’esistenza di un pubblico effettivo immediato, il foglio rimarrà bianco. Se si utilizzano riti propiziatori stabili e se si programma il lavoro, il foglio forse rimarrà bianco.

Se si forza la rima, forse appariranno pagine sparse di righe in prosa, e questo non è un male. E allora? Nel preciso atto del comporre che si crede poetico, forse non esiste una regola, ma un criterio operativo (mutevole): lasciar andare il “deve”, affinché le emozioni non siano forzate.

Lasciar andare le analisi per sentire il corpo fisicamente, non ontologicamente, o soggettivamente, nel senso etico o erotico, magari dopo, ma proprio il corpo, qui e ora.

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Maurits Cornelis Escher, Drawing Hands 1948.

Lasciar venire tutto quello che travolge dall’esterno.

Lasciar venir il timore e la paura.

In seguito apparirà il tempo delle riflessioni, analisi e correzioni. Ma non è un investimento, perché non si hanno interesse e garanzie. Il premio è sempre uno: se stessi.