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L’inizio … della storia…

3 novembre 2013 

Ecco l’attimo con il quale noi iniziamo a scrivere pregustando l’idea che è qualcosa di esclusivo, immaginando comunque che in una dimensione prossima qualcuno legga il tutto e lo viva. Il momento iniziale per scrivere un verso o una riga di un probabile romanzo, irresistibile, riappare innumerevoli volte.

Tentativi e fantasie che intimano la nascita immediata del componimento, moltiplicano riti preparatori nel realizzare questo primo atto visto come sicuro, immediato e spontaneo. Alcuni scrivono preparando fogli, penne, dizionari o sedendosi davanti al computer, altri ancora nei posti più impensabili durante le faccende quotidiane.

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Massimo Troisi e Philippe Noiret, nel film “Il Postino”

L’inizio: immaginiamo storie e versi di poesie. Ricerchiamo luoghi classici e ci avviciniamo ai grandi scrittori, per esserne subito impietriti. Corre la fantasia nel formulare intrecci e storie che velocemente s’intersecano con spicchi delle nostre vite, il più delle volte mentendo e variando continuamente gli scenari, credendo che siano accaduti. O più semplicemente con pervicace volontà vogliamo creare un mondo nuovo. Arriva il blocco dopo due righe, oppure scriviamo con ipnotico getto una riga dopo l’altra come se parlassimo a un pubblico immaginario. Raccontiamo a noi stessi una storia, con un inizio, un punto di conflitto, un dubbio e immaginiamo la fine a ogni ripresa, oppure cerchiamo di seguire le parole accodando un termine dietro l’arto ascoltando il correlativo sonoro. Se perdiamo l’incanto di scrivere, il nostro corpo ridiventa pesante svuotandosi di parole, come se la trama che stavamo generando fosse evaporata e cerchiamo di inseguire relitti di pensiero che spariscono come vapore da una finestra in inverno cui abbiamo appena alitato. E tutto ritorna nel silenzio…. ma non demordiamo e anche se non riuscissimo negli intenti, ad occhi aperti sogniamo di ricominciare.

Che fate voi per iniziare? Quali sono i riti nel raccontare la storia del vostro vissuto (falso o verosimile non ha importanza)? O ancora, quale luogo e tempo state cercando per iniziare?

#2 Contaminazioni: Orlando Tilda

19 gennaio 2013  

Tilda: qui in Orlando lei offre il femminile e il maschile inconscio in ognuno di noi, e la storia di un impero, e la storia della volontà di essere padre e madre. Ma in tutto questo film, LEI è un dono: un’offerta continua delle possibili manifestazioni di ciò che LEi può essere. Lei il personaggio, LEI Tilda, sono entrambe un generoso ventaglio di desideri del possibile che tutti possiamo essere.

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Immagine presa da QUI

Musica bellissima: il labirinto come ricerca del proprio senso della vita nello scorrere della storia del suo sesso, della storia dell’Inghilterra. E di questa musica che ripete il ritmo in modo ascendente per l’esplosione finale per una NUOVA NASCITA.

Questo film, quel libro, quell’attrice, quella donna che fu Virginia  Woolf;  quelle musiche è un tutt’uno: un capolavoro assoluto. Il video Orlando: scena del labirinto: QUI