*4 Special Guest: La poesia: l’immediato originario

7 marzo 2013 

Nei linguaggi e nelle tecniche moderne appare la supposta evidenza nel comporre femmina e maschio nella scissione di cuore e cervello, in un quadrilatero dove ogni elemento è inteso separato e successivamente giustapposto mediante sensi ed intelletto.

E ancor di più per l’inclinazione di un “artista” o di un “matematico”

Crediamo di ragionare e discernere con pezzi di carne appesi in macelleria.

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Immagine di Giacomo Sonaglia 

 

Eppure l’atto del poetare, ancor prima di scrivere, è tale perché esprime ciò che il corpo sente ed emana verso tutto ciò che è reale. Ma lo esprime utilizzando la contemplazione del sublime di ogni aspetto del reale, che è visto come atto universale. In una poesia ogni rima o verso, per quanto elaborati o “astratti” sono immediate composizioni con ciò che il corpo esprime verso il tempo, la nascita, la morte, i sensi d’amore e d’odio.

Quadrifoglio di stelle migranti (poesia tratta da “Sogni Sospesi”)

Ovunque osservo ossequioso e ansioso
i quattro quadri dell’orizzonte spazioso,
c’offrono l’oceano da suolo smussato
di fiamme ch’ergono l’aere eccitato.

L’aerea messaggera dona la gialla
d’autunno inseguita, severa, dalla
vernosa ombra dell’affogliato cumulo
che incrocia il quadrifogliato angolo.

Ma riavere smeraldee presenze
ch’erompono da primavere essenze
ripropongono l’estatico disgelo
delle stelle del rigoglioso stelo

Ogni trivio è un ombroso quadrivio
che rinnega l’ascoso sodalizio.
Ma le migranti di cuori celesti
Riportano gli sfolgoranti innesti.

 

@6 PoeticaMente: Lavoro consumato e l’urlo divorato

5 marzo 2013 

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L’Urlo divorato – l’operaio Thyssenkrupp

Di Lino Milita

Anonime morti mistificate
da misteriosi profitti
rimestano immutate
miserevoli ossa,
per rendita concessa
dall’anello regale
di pagana rimessa.

Trame tumulate
con mani intessute
di errori mitizzati,
trattengono mediocri
carni divorate
da servitù infuocate
di urli divorati.

I Tessitori della Slesia di Christian Johann Heinrich Heine  (Düsseldorf, 13 dicembre 1797 – Parigi, 17 febbraio 1856), qui tradotta in Italiano da Giosuè Carducci, nacque in seguito alla rivolta dei tessitori nel 1844.  Oggi abbiamo lavoratori consumati e “non lavoratori” svuotati.

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Heinrich Heine, immagine presa QUI

 

I morti per “lavoro” indicano che questa poesia non è il passato. E in più oggi abbiamo anche l’urlo dei morti per il “non lavoro”:

I tessitori della Slesia – Heinrich Heine

Non han ne gli sbarrati occhi una lacrima,
Ma digrignano i denti e a’ telai stanno.
Tessiam, Germania, il tuo lenzuolo funebre,
E tre maledizion l’ordito fanno –
Tessiam, tessiam, tessiamo!

Maledetto il buon Dio! Noi lo pregammo
Ne le misere fami, a i freddi inverni:
Lo pregammo, e sperammo, ed aspettammo:
Egli, il buon Dio, ci saziò di scherni.
Tessiam, tessiam, tessiamo!

E maledetto il re! de i gentiluomini,
De i ricchi il re, che viscere non ha:
Ei ci ha spremuto infin l’ultimo picciolo,
Or come cani mitragliar ci fa.
Tessiam, tessiam, tessiamo!

Maledetta la patria, ove alta solo
Cresce l’infamia e l’abominazione!
Ove ogni gentil fiore è pesto al suolo,
E i vermi ingrassa la corruzione.
Tessiam, tessiam, tessiamo!

Vola la spola ed il telaio scricchiola,
Noi tessiamo affannosi e notte e dì:
Tessiam, vecchia Germania, il lenzuol funebre
Tuo, che di tre maledizion s’ordì.
Tessiam, tessiam, tessiamo!

Per visualizzare l’originale premere QUI 

*3 Special Guest: MINICONCORSO PER RACCONTI BREVI, “LE DONNE E IL MARE”

3 marzo 2013 

Per partecipare bisogna essere membri del gruppo Facebook “Libri Stellari”, ecco l’indirizzo:

www.facebook.com/groups/libristellari

Si partecipa inserendo nel gruppo un post separato con allegato il proprio racconto, di massimo 1.000 battute spazi e punteggiatura inclusi, in formato doc (Word 97-2003, non docx) oppure in formato pdf non protetto, o in rtf (Rich Text Format).

Se volete potete inserire nel file anche un’immagine che illustra il racconto.

All’interno del file scrivete, prima del testo del racconto, il vostro nome e cognome e il titolo del racconto; in fondo scrivete il vostro sito web, o il blog, la pagina FB, insomma tutte le pagine web che vi riguardano.

Il nome del file contenente il racconto deve essere in questa forma: “Miniconcorso – Nome e cognome dell’autore – Titolo del racconto”.

Il tema dei racconti è: “Le donne e il mare”. Termine ultimo per inserire i racconti: domenica 17 marzo 2013.

 A partire dal 18 marzo 2013, avendo a disposizione tutti i racconti partecipanti, inseriremo un sondaggio in modo che chi lo desidera potrà leggere i racconti nella sezione “File” del gruppo e votare il suo preferito.

I tre racconti vincitori (primo, secondo e terzo posto) verranno pubblicati in questi siti:

– Pagina FB de “La Libreria degli artisti Jedi”

– Blog di Giuseppe Ciucci, http://djonemesispoesiaeracconti.blogspot.it/

– Blog di Stella Demaris, http://stella-demaris.blogspot.it/

– Blog di Lino Milita, http://poeticamentelino.blogspot.it/

– Sito di Diego Luci, http://www.diegoluci.it/

Il racconto vincitore, oltre alla pubblicazione nei siti di cui sopra, verrà pubblicizzato nei vari gruppi FB dedicati alla scrittura e agli autori emergenti.

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Buon lavoro!

*2 Special Guest: Sogni Sospesi in cartaceo

28 febbraio 2013 

E passo dopo passo, ecco la versione in cartaceo del mio libro di poesie e immagini “Sogni sospesi” , reperibile su web.

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La nostra realtà più vera e più intima

Il libro in versione brossura lo puoi trovare su Youcanprint: QUI e su IBS QUI

In fiduciosa attesa di commenti e di osservazioni: ricordo dove puoi trovare il mio libro di poesie con immagini “Sogni sospesi” in formato digitale :

Amazon – formato mobi: QUI
Feltrinelli – formato epub: QUI
Ultima books – formato epub – mobi: QUI
BookRepublic – formato epub: QUI

#11 Contaminazioni: Ognuno di noi è già una gemma: Glenn Gould: Variazioni Goldberg

26 febbraio 2013 

Le “Variazioni Goldberg” (BWV 988) sono un’opera per clavicembalo consistente in un’aria con trenta variazioni, composte da Johann Sebastian Bach fra il 1741 e il 1745 e pubblicate a Norimberga dall’editore Balthasar Schmid. Sono dedicate a Johann Gottlieb Goldberg, a quel tempo in servizio come maestro di cappella presso il conte von Brühl a Dresda.

L’opera è stata concepita come un’architettura modulare di 32 brani, disposti seguendo schemi matematici e simmetrie uniche.

 

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Johann Sebastian Bach presa da QUI

 

Glenn Herbert Gould (Toronto, 25 settembre 1932 – Toronto, 4 ottobre 1982) il pianista che rese ogni opera da lui eseguita presente e immediata per il pubblico, mostrando rispetto per ognuno: acculturato e non.

 

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Immagine presa QUI 

 In questa registrazione Bach e Gould sono assieme. Il pianista nonostante le mani doloranti per l’artrite, suona le variazioni di dodici scale per dodici toni impiegabili con differenti strumenti e sonorità, offrendo la possibilità di ascoltarle come se ci fosse un presente di speranza, di bellezza, di compassione, di sorriso e di compiacimento per la nostalgia di ciò che fu e che appare in forma nuova senza nulla lasciare del passato.

La povertà e la nudità di questo ascolto genera la possibilità del futuro che ci copre con il manto caldo e pulito, rispetto a qualche fastidioso granello volgare e compiaciuto del presente. Una vera e propria gemma.
Per ascoltare le Variazioni Goldberg premere QUI

*1 Special Guest: Nata in una casa di donne

24 febbraio 2013

 

“Nata in una casa di donne” è il secondo romanzo di Cetta De Luca, reperibile in tante librerie in tutta Italia. Nel sito di L’Erudita www.lerudita.com trovate l’elenco.

 

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Questa casa di donne è un luogo che si propaga nello spazio raccogliendo e stratificando momenti interiori ed eventi pubblici, dove nessun accadimento è lasciato nell’oblio.

È una casa che conserva i tentativi di comunicare in modo sempre più intenso, percorrendo la crescita di una Repubblica. E le donne di questa casa crescono da presunte incertezze per fiaccanti ruoli prestabiliti.

Le apparenti debolezze non sono altro che una irresistibile e innata capacità di preservare, conoscere, sperimentare e liberare sempre più intensamente emozioni e speranze di un comune futuro. Una continua e incessante costruzione del possibile, dove figli e genitori, assieme apprendono l’amore per la vita nel consegnarlo ai nuovi inquilini.
Per vedere il Booktrailer premere QUI

#10 Contaminazioni: L’angelo di questa terra: Patti Smith

21 febbraio 2013 

Patti nella sua canzone “Gloria” offre un messaggio laico di condivisione senza colpa e richiesta di sangue e trasfigura e reinterpreta canzoni del passato, trasformandosi in una cassa di risonanza blues. Il BLUES DELLA TERRA: di questa terra, cioè di tutti.

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Immagine presa QUI 

 

“Gloria” nelle lingue antiche significa anche l’acclamazione, il battere le mani. Far alzare qualcuno. Portarlo alla luce. Colui che cammina intorno ai molti e porta il messaggio. XLEOS: ciò che fornisce luce. Ma talvolta si dice anche di ciò che viene dal buio, dalla morte, dal dolore. E perciò offre una speranza.

Ma “Gloria” annuncia la speranza partendo dal dolore, in analogia ai vecchi canti luterani, dove vi è il rapporto diretto con il figlio di Dio trasfigurato.

 

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Immagine presa QUI 

 

Il gruppo musicale dei Doors riprese il testo dai Them e lo modificò annunciando la trasfigurazione come viaggio interiore, a prescindere dalla comunità religiosa di riferimento. Una elevazione onirica che apre le “PORTE”. Il bambino è già trasfigurato, attraverso una singolare esperienza interiore.

 

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Immagine presa QUI

Patti Smith, senza nulla togliere ai Doors e ai Them, compie un passo innanzi per il nostro futuro. Nella canzone si parla di questo uomo che è morto e si dice che sia trasfigurato facendosi carico del sangue e della colpa. Lei accetta la Gloria, la luce e il messaggio, ma non in quanto medicina della malattia dell’oscurità. Non perché si deve togliere la macchia dell’omicidio. Accetta la Gloria dell’uomo. Apre le sua porte a questo uomo, a questi uomini qui in terra. Non di un altro mondo. La Gloria qui in terra per tutti. UN MESSAGGIO LAICO.

Per ascoltare GLORIA premere QUI

 

#9 Contaminazioni: Un respiro che è già melodia: Nina Simone

18 febbraio 2013  

Nina Simone, nome d’arte di Eunice Kathleen Waymon ( Tryon, 21 febbraio1933 – Carry-le-Rouet, 21 aprile 2003).

Fu una cantante, pianista, scrittrice e attivista per i diritti civili. È stata soprattutto un’interprete jazz, anche se il suo stile variava fra diversi generi, dal soul, al blues, al folk e al gospel.

Ma lei esprime anche il classico. Lei è l’esempio di come cuore, tecnica, talento non conoscano steccati.

 

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Per esempio nella sua canzone Sinnerman, abbiamo Johann Sebastian Bach. Le toccate e le fughe.

Lei segue le scale con il suo timbro corposo e sanguigno e nella regolarità dei contrappunti, la sua voce erompe nei primi minuti piano piano, con una tensione crescente e trattenuta. Di questo uomo che porta il sonno e l’ottundimento della ragione, di un uomo amato, ma avaro di risposte.

E lei allora dal secondo minuto aumenta il timbro e lo richiama, mantenendo ordine in modo dimesso, senza eccedere. E poi nel secondo minuto apre la sua voce. E lo ripete, con richiami ritmati nel blouse, come se si corresse o si chiamasse in un’onda da stadio, con il braccio che vuole attenzione. E poi quasi alla fine del terzo minuto riprende il ritmo e l’orchestra va da sola. Il ritmo fa da contrappunto. E lo ripete ancora coinvolgendo l’ascoltatore e poi lei chiude la fuga suonando il piano. UNICA. MERAVIGLIOSA. 

Perché poi il ritmo riprende e lei come se fosse nella fuga per eccellenza, assieme all’orchestra ricomincia e non canta più: emana le tonalità solo con il respiro !

E al settimo minuto la sua voce, e non più il piano, guida l’orchestra: IMMENSA.

Per ascoltare Sinnerman premere QUI.

@5 PoeticaMente: Il tempo per noi e non per altri

15 febbraio 2013  

 

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Eva D. Cowdery (American, 20th century) “Girl Reading” on Boston Art Club label, signed Eva D. Cowdery l.r., preso da QUI

Questo era un gesto rivoluzionario.

Tempo per sé e non per altri.
Tempo pieno e vissuto.

Il dipinto offre il rosso capello e roseo labbro in unico triangolo della bianca pagina con volto di intensa concentrazione e di meravigliosa contemplazione.

Dove la contemplazione è armonica unione già indivisa dell’affermazione verde speranza di sé.

Non si aspettano giudizi da altrui sguardi e neanche missive di severi giudizi.

Io sono per me nella lettura di questa aurea d’invitta libertà.

#8 Contaminazioni: Clara Schumann: ascolto umile e condivisione generosa: le basi della eccellenza

12 febbraio 2013

 

Clara Schumann in questa sonata per violino e piano, suonò con Jozsef Joachim: grande violinista e collaboratore di Johannes Brahms che compose per lui i primi due quartetti e alcuni passi di Richard Wagner degli ultimi quarti; questo per dire la grandezza e la stima che tutti avevano di questo portento. LEI, Clara, provò e intese l’elaborazione del violino non più esclusivamente come strumento da solista, ma anche nel tessuto compositivo con il pianoforte. Entrambi gli strumenti qui dialogano alla pari.

 

E da qui il virtuosismo scaturito dai due strumenti, assumendo un tono dimesso, dialogano in trame sempre più fitte dove i concerti di violino e pianoforte si trasformano sempre più in basi per eventuali concerti per orchestra e pianoforte e/o violino. Lo stesso Brahms con Joachim impiegò quasi 14 anni per passare da un concerto per pianoforte alla prima sinfonia.

 

E LEI, Clara, suonò le sue opere al pianoforte e con Joachim al violino, alla pari e sperimentando un mondo cui ancor oggi siamo immersi. In queste sue “3 Romanze per violino e pianoforte op. 122”, l’arco pizzicato del violino cammina di pari passo con i timbri lenti del pianoforte, senza mai eccedere, affinché le variazioni sempre più acute non debordassero nel virtuosismo elementare e vanitoso. E LEI riusciva in questo anche assieme a Robert A. Schumann, suo marito, che la ascoltava, provava e poi lui stesso ricomponeva.

 

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Clara Schumann. Immagine presa da QUI

 

Lei era dotata di un ascolto umile  teso a condividere ogni sua creazione. Lei era l’eccellenza.

Per ascoltare le “3 romanze per pianoforte e violino op. 122” premi QUI